
La valle del fiume Quieto
L’antica via Flavia, che da Buie scende verso Pola, sul suo cammino incontra il fiume Quieto e lo scavalca con un ponte, noto con il nome di Ponte Porton. Questo antichissimo sito, gia conosciuto come Porta Porton, fu per secoli sede di un piccolo porto nel quale la gente delle vicinanze veniva a barattare la merce. Era questo il porto di Bastia, conosciuto anche come “palada della Bastia”. Al tempo dei romani, il Quieto era navigabile fino a questo luogo. Il naviglio fluviale minore poteva arrivare fino al castello di Pietrepelosa, quasi sotto la fortezza di Pinguente. Poiché la manutenzione del canale venne tralasciata, coll’andare dei secoli, il fondale del fiume si innalzo, e di conseguenza fu solo possibile la navigazione con battelli a fondo piatto. Venezia risistemo il letto del fiume onde poter trasportare il legno della vicina foresta, dedicata a S. Marco e conosciuta come il bosco di Montona.
Presso il ponte di Ponte Porton, si trovava la casa del guardiaboschi, mentre dall’altra parte c’era l’osteria con alloggio. Da qui si diramavano le strade per Visinada, Buie, Grisignana, Castagna, Piemonte, Levade, per il castello di Pietrapelosa e Pinguente. Sulla sponda destra del fiume, a circa 1 km a valle del ponte, si trova la chiesetta della Madonna della Bastia, a pianta rettangolare, con un piccolo campanile sulla facciata e con una piccola loggia sostenuta da colonne.
La costruzione aveva un aspetto modesto, arricchito pero dalla pala dell’altare con l’effige della Madonna. All’epoca la chiesetta era un importante luogo di culto non solo per i marinai, ma anche per la popolazione dei paesi circostanti, che spesso vi veniva in processione. Qui si celebravano molti matrimoni. La chiesetta e stata completamente rinnovata nel 1999. Con la caduta della Repubblica di Venezia nel 1797, nessuno si occupo piu della manutenzione dei canali e di conseguenza i prati si trasformarono in paludi. Infieri la malaria. Soltanto nel 1930 il Regno d’Italia provvide alla bonifica della valle risanando i terreni paludosi. Con questo provvedimento la malaria venne debellata e fu nuovamente possibile coltivare i grandi spazi fertili. Il traffico fluviale venne a cessare con lo sviluppo del traffico stradale.